La maggior parte dei gatti sono dei meticolosi toelettatori: si calcola che un gatto possa arrivare a trascorrere dal 30% al 50% del suo tempo di veglia dedicandosi al grooming, all’attività di pulizia personale. Ma cosa succede quando questo comportamento aumenta di intensità / frequenza / durata? Per una serie di ragioni, alcuni comportamenti come il leccarsi, grattarsi e mordersi possono diventare ripetitivi, avvenire fuori dal normale contesto, perdere di funzionalità e interferire con le normali attività quotidiane. Queste abitudini possono anche portare a un diradamento del pelo, ad alopecia e lesioni cutanee, nonché una pena infinita per tutto quegli umani che osservano il proprio gatto farsi del male senza sapere come aiutarlo.
Forse un bel giorno ti sei reso conto che il tuo gatto ha una ferita, una zona arrossata o una zona del pelo diradata, magari sulla schiena, sul fianco o sulla pancia, ma non sai spiegartelo. Oppure hai iniziato a notare che l’attività di pulizia quotidiana si prolunga eccessivamente o che il gatto si attacca la coda, si strappa le unghie o si morde improvvisamente come se venisse “punzecchiato” da esseri invisibili.
Poiché esistono una serie di problemi medici che possono portare il gatto a grattarsi, mordersi e leccarsi ripetutamente, assicurati innanzitutto di consultare il tuo veterinario per un controllo ed eventuali test diagnostici. Una volta esclusi problemi fisici, possiamo analizzare i comportamenti ripetitivi da un punto di vista psicologico, motivazionale ed emozionale e trovare le soluzioni più adatte per dare sollievo al tuo micio e alle tue preoccupazioni.
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Consultare un veterinario riguardo ai presunti comportamenti compulsivi del tuo gatto può aiutarti a determinare se la causa è medica o psicologica, anche se in realtà si tratta spesso di disturbi multifattoriali, che dipendono cioè da più elementi tra loro connessi.
All’origine dell’over grooming, ovvero del leccamento eccessivo, possono esserci varie cause fisiche, che vanno dall’attacco di parassiti, alle infezioni, alle allergie, ai problemi dermatologici, fino a disfunzioni organiche, malattie di tipo metabolico e neurologico, o semplicemente dolore nella parte interessata. È per esempio frequente che gatti affetti da cistite si lecchino l’addome o che gatti che provano dolore alla coda finiscano per attaccarla.
Talvolta, anche una volta che il problema fisico è stato risolto, il gatto può continuare a mostrare il comportamento problematico, diventando quasi un automatismo.
A volte sembra che il tuo gatto sia come “posseduto”: da che era calmo, improvvisamente la sua cute viene attraversata da una sorta di scossa o spasmo (il cosiddetto fenomeno del rolling skin, il movimento ad onda del mantello dovuta alla contrazione dei muscoli dorsali), le pupille possono dilatarsi e micio finire con l’attaccare letteralmente la propria schiena, il fianco o la coda (a volte invece, l’aggressione può essere diretta verso l’essere umano) ed iniziare a correre, come per fuggire da se stesso. In questo caso, oltre ai motivi sopra menzionati, un’altra causa da prendere in considerazione è la sindrome dell’iperestesia felina. Le cause di questo disturbo sono ancora sconosciute, ma possono manifestarsi in comportamenti simili a quelli compulsivi, anche se non possono essere classificati come tali. L’iperestesia è un’ ipersensibilità a stimoli sensoriali che può tradursi nel tentativo del gatto di procurarsi sollievo leccando o mordicchiando la parte interessata. I gatti con questo problema spesso tendono a vocalizzare molto e muoversi senza pace, oltre ad essere molto sensibili alle carezze sulla schiena. Lo stress può aggravare lo stato di un gatto affetto da iperestesia, quindi, oltre ad un check veterinario può essere utile un confronto con un esperto del comportamento felino per ridurre i fattori di disagio emotivo e motivazionale.
Se il medico veterinario, dopo le opportune analisi e accertamenti, esclude che il comportamento ripetitivo abbia origine da disturbi fisici, è possibile in alcuni casi parlare di comportamenti compulsivi o di stereotipie, e, nel caso di zone prive di pelo date da leccamento eccessivo, di alopecia psicogena.
Il comportamento del gatto che che si morde, si graffia o si lecca si sviluppa spesso in soggetti annoiati, stressati, ansiosi o che vivono male la solitudine È più probabile che questi disturbi si verifichino nei gatti che vivono in casa, dove la naturale motivazione predatoria, esplorativa e le necessità motorie non trovano appagamento. È facile osservarlo negli ambienti in cui gli animali sono tristemente tenuti in gabbie o vivono in cattività: l’esempio tipico è quello del leone che si muove avanti e indietro dalla gabbia (pacing).
I disturbi compulsivi spesso iniziano quando ci sono cambiamenti nell’ambiente e nelle abitudini di un gatto, tra cui l’introduzione in famiglia di un nuovo animale o di un bambino, oppure un trasferimento in un nuovo luogo. Molto spesso i comportamenti stereotipati hanno luogo in seguito alla perdita di un membro della famiglia a cui il gatto era particolarmente legato: tanti mici iniziano letteralmente a “pelarsi” parti del corpo in assenza di un gatto o del loro umano di riferimento. Un dolore emotivo che sembra estendersi anche al corpo.
Ma perchè un gatto arriva a leccarsi ossessivamente o ad automutilarsi? Nella mente di un gatto che si comporta compulsivamente c’è spesso un conflitto cognitivo. Un esempio è il gatto che, mosso da curiosità, vorrebbe avvicinarsi ad un suo simile, ma allo stesso tempo ne è impaurito. O la frustrazione nata dal voler esprimere il proprio bisogno di muoversi, cacciare, uscire e non poterlo esaudire. Si crea così una specie di corto circuito interiore, per cui, nel mettere in atto un comportamento ripetitivo, l’animale prova un sollievo momentaneo, una valvola di sfogo istantanea. Questa non fornisce però un reale appagamento: da qui la necessità di ripeterlo. Ecco perché i comportamenti compulsivi sono paragonabili a delle vere e proprie dipendenze e, come tali, sono spesso difficili da sradicare.
Talvolta il comportamento ripetitivo può insediarsi a tal punto nel repertorio comportamentale di un gatto, da essere messo in atto anche in assenza dello stimolo stressogeno.
Partiamo col dire subito ciò che bene NON fare: mettere un collare vittoriano, almeno che non sia stato consigliato dal veterinario per permettere la guarigione di lesioni o in altre circostanze che ne giustifichino l’utilizzo. Questo sistema impedirà sì al gatto di mordersi o leccarsi ma non di desiderare farlo. Lo stress diventerò solo più acuto e l’abitudine verrà subito ripresa una volta tolto il dispositivo.
Un’ altra cosa che è bene NON fare (ma questo vale come regola generale) è punire il gatto: c’è il rischio che questo generi ulteriore disagio o che diventi un comportamento gratificante per il gatto. Dopotutto, soprattutto in gatti che sviluppano comportamenti ripetitivi in seguito alla carenza di stimoli esterni, il rimprovero è pur sempre una forma di attenzione, una “risposta dal mondo”. Oppure il gatto cercherà semplicemente un luogo indisturbato dove continuare con il suo “vizio”.
Cosa fare allora? La prima regola è agire tempestivamente e portare il gatto dal vet. Più a lungo si aspetta, più può essere difficile sradicare il problema.
Se non sono stati individuati, parassiti, allergie, problemi dermatologici, organici allora è necessario rivolgersi altrettanto velocemente ad un esperto della relazione e del comportamento felino, facendo attenzione alle circostanze in cui il comportamento avviene, la sua durata, la sua frequenza ed eventualmente preparando video e note da sottoporre allo specialista.
Vedere il proprio amato animale farsi del male e non sapere come agire al riguardo è una condizione di comune sofferenza da cui però è possibile uscire.
In qualità di Consulente della Relazione con il Gatto e di Floriterapeuta Animale ti aiuterò a far chiarezza sui motivi che hanno portato il tuo compagno felino a comportarsi in questo modo apparentemente insensato. Insieme cercheremo di capire cosa vuole comunicarci. Attraverso accorgimenti ambientali, un approccio alla relazione e alla gestione del gatto etologicamente corretto, attività da svolgere insieme e l’abbinamento di miscele di essenze floreali personalizzate, vi guiderò verso un maggiore benessere nella relazione e nella vita quotidiana.
Scrivimi una mail sfruttando il modulo contatti o all’indirizzo info@aliceguardaigatti.it e parlami del motivo per cui richiedi il mio aiuto: ti ricontatterò per una breve chiacchierata. Se il caso rientra nelle mie competenze, fisseremo un appuntamento per la visita a casa.
Abiti fuori dalla Lombardia o non è possibile incontrarsi? Nessun problema, sarà possibile organizzare una video-consulenza.
È arrivato il momento di conoscersi! Verrò a casa tua e qui inizierà lo studio del caso, che durerà da 1 a 2 ore. La visita comprende 3 momenti:
Grazie alle impressioni e le informazioni raccolte attraverso l’osservazione dell’animale, della famiglia e dell’ambiente e dopo l’analisi materiali che vorrai mandarmi (diari, video, foto e materiali sul tuo gatto), condividerò con te tutti i consigli e le raccomandazioni da seguire per una nuova vita con micio.
Qui avrò bisogno della massima collaborazione ed impegno da parte di tutta la famiglia per riuscire insieme ad ottenere dei buoni risultati!
È passata qualche settimana, come si sta evolvendo la situazione col tuo convivente felino? Qualche tempo dopo la visita, dai 14 ai 30 giorni a seconda dei casi, ci sentiremo per un nuovo momento di confronto.
Faremo il punto della situazione, capiremo cosa sta funzionando e discuteremo eventuali modifiche o aggiustamenti del piano iniziale.
Se sei pronto a migliorare la tua relazione con micio o ad affrontare una nuova sfida insieme, scrivimi!